“Unguento unguento, mandame alla noce de Benevento. Supra acqua et supra vento et supra omne maltempo.” Da qui, da queste parole inizia il nostro percorso a ritroso nel tempo. Sono le parole che le streghe pronunciavano al loro arrivo a Benevento, un luogo magico e splendido, circondato da numerose località, zona di antiche leggende e tradizioni.. La storia nasce intorno ad un antico noce, posto sulle sponde del
fiume Sabato. Qui, nelle notti tra il venerdì e il sabato, si radunavano
le janare, streghe dalle cattive intenzioni che giravano nei
dintorni con l’obiettivo di diffondere tristezza e fare dispetti di ogni
genere. Di giorno le janare erano semplici donne, alcune di
esse erano anche sposate e avevano dei figli. Ma nelle notti di luna
piena e ogni sabato si trasformavano, segnando il loro passaggio con
filtri magici che potevano colpire chiunque. Anche gli animali!
Ma come si diventa janara? “Janara si nasce, non si diventa”.
Qualsiasi donna, infatti, che veniva alla luce nella notte di Natale era destinata a diventare una janara.
Come ci si difendeva? Innanzitutto era assolutamente proibito
pronunciare il loro nome. Poi se ci si accorgeva improvvisamente di
essere “in compagnia” di una janara, bisognava incrociare le
gambe e dire: “Oggi è sabato a casa mia” oppure bisognava prenderla per i
capelli e dire: “Tengo ferro”. Inoltre, era usanza di molti mettere
dietro le porte scope o sacchi di sale, in modo che se qualche janara
fosse entrata in casa, prima di agire, doveva contare tutti i granelli
di sale, oppure tutte le fibre delle scope. Questo serviva a far
distrarre la janara fino all’alba, momento in cui perdevano potere. Inoltre, chi era curioso di vedere una janara
poteva farlo nella notte della festa di San Giovanni: bastava mettersi
sui “crocicchi” (dei luoghi angusti) e appoggiare il mento su una forca.
Sicuramente, questo è uno di quei casi in cui la realtà si confonde con
le credenze e le dicerie popolari. Credenze e dicerie che nel corso del
tempo si sono arricchite di particolari diversi che spesso hanno finito
per stravolgere l’identità storico-culturale della leggenda stessa. Ma
va ricordato, che a margine di ogni leggenda c’è un fondo di verità.
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