gli impressionanti particolari del corpo della schiava "negra"
metallizzata dal principe di Sansevero
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Gli “uomini pietrificati” di S.Severo
Chiamati anche “macchine anatomiche” nella Cappella di S.Severo
ci sono due strane figure, un uomo ed una donna… completamente
“metallizzati”, ovvero tutto il sistema venoso ricopre; in uno stato di
“pietrificazione” gli scheletri di questi due sfortunati individui, che
si dice fossero i servi del Principe di S.Severo.
La cavea sotterranea
Dopo la morte del Principe alchimista vengono rinvenuti, in un locale
sotterraneo della Cappella, gli scheletri di un uomo e di una donna
rivestiti dell’intero sistema venoso ed arterioso, nonchè di vari
organi. La tradizione vuole si tratti di persone morte accidentalmente,
cui Raimondo de Sangro avrebbe inoculato una sostanza di origine e
composizione sconosciute, che avrebbe “metallizzato” tutte le vene, le
arterie, i vasi capillari e alcuni organi. Altra ipotesi è quella della
ricostruzione del sistema circolatorio eseguita da un medico anatomista,
sotto la direzione di Raimondo de Sangro, con cera di api ed altro
materiale. In tal caso, tenuto conto delle esigue conoscenze anatomiche
dell’epoca intorno al sistema circolatorio, stupisce la perfezione con
la quale esso sarebbe stato riprodotto.
LE MACCHINE ANATOMICHE
Quando si parla del principe Raimondo di Sangro sovviene
immediatamente anche un altro celebre aneddoto, che riguarda la vicenda
dellaecosiddette macchine anatomiche.
E ancora possibile vedere questi strani e macabri oggetti
nella già citata Cappella Sanseveroa Napoli. Qui sono custoditi gli
“orridi armadi”, così chiamati perché al loro interno sono conservati
due corpi umani a cui sembra essere statotolto l’involucro corporeo. I
corpi sono composti dallo scheletro e dal groviglio inestricabile delle
vene e dei capillari che avvolgo no le ossa come un reticolo fittissimo.
La leggenda vuole che questi corpi appartenessero a due
servitori di colore del principe Raimondo. Il nobile sperimentò infatti
su di loro un preparato speciale, un siero di sua invenzione che avrebbe
dovuto pietrificare i due poveretti. Il risultato che ottenne fu di
distruggere l’involucro esterno dei loro corpi; il sistema circolatorio
venne letteralmente metallizzato. Si dice addirittura che il principe
abbia compiuto questo esperimento mentre i due servitori erano ancora in
vita, il che legittima l’opinione che il principe fosse una persona
cinica e malvagia.
Non sappiamo se questa storia corrisponda al vero o se si
tratti di un’altra leggenda. Di fatto però le macchine anatomiche, vere o
false che siano, sono state realizzate con estrema accuratezza oltreché
naturalmente con un evidente senso del macabro.
Un vecchio testo cita l’episodio suddetto ricordando che alla
pietrificazione dei corpi assistette anche un medico palermitano,
Giuseppe Salerno, che molto probabilmente partecipò all’esecuzione
dell’esperimento.
Ad ogni modo, questo ed altri episodi – qui non c’è spazio
per citarli tutti – hanno contribuito a far sorgere intorno alla figura
del principe Raimondo una cortina di mistero. Un mistero tuttora vivo.
Si dice infatti che ancora oggi in certe notti lo spettro di Raimondo infesti i vicoli e la zona adiacente la Cappella e che egli sia imprigionato in una dimensione a metà tra il nostro mondo e l’aldilà.
Si dice infatti che ancora oggi in certe notti lo spettro di Raimondo infesti i vicoli e la zona adiacente la Cappella e che egli sia imprigionato in una dimensione a metà tra il nostro mondo e l’aldilà.
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