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venerdì 17 agosto 2012

Gli “uomini pietrificati” di S.Severo

gli impressionanti particolari del corpo della schiava "negra" metallizzata dal principe di Sansevero

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Gli “uomini pietrificati” di S.Severo

Chiamati anche “macchine anatomiche” nella Cappella di S.Severo ci sono due strane figure, un uomo ed una donna… completamente “metallizzati”, ovvero tutto il sistema venoso ricopre; in uno stato di “pietrificazione” gli scheletri di questi due sfortunati individui, che si dice fossero i servi del Principe di S.Severo.
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La cavea sotterranea

Dopo la morte del Principe alchimista vengono rinvenuti, in un locale sotterraneo della Cappella, gli scheletri di un uomo e di una donna rivestiti dell’intero sistema venoso ed arterioso, nonchè di vari organi. La tradizione vuole si tratti di persone morte accidentalmente, cui Raimondo de Sangro avrebbe inoculato una sostanza di origine e composizione sconosciute, che avrebbe “metallizzato” tutte le vene, le arterie, i vasi capillari e alcuni organi. Altra ipotesi è quella della ricostruzione del sistema circolatorio eseguita da un medico anatomista, sotto la direzione di Raimondo de Sangro, con cera di api ed altro materiale. In tal caso, tenuto conto delle esigue conoscenze anatomiche dell’epoca intorno al sistema circolatorio, stupisce la perfezione con la quale esso sarebbe stato riprodotto.
LE MACCHINE ANATOMICHE
Quando si parla del principe Raimondo di Sangro sovviene immediatamente anche un altro celebre aneddoto, che riguarda la vicenda dellaecosiddette macchine anatomiche.
E ancora possibile vedere questi strani e macabri oggetti nella già citata Cappella Sanseveroa Napoli. Qui sono custoditi gli “orridi armadi”, così chiamati perché al loro interno sono conservati due corpi umani a cui sembra essere statotolto l’involucro corporeo. I corpi sono composti dallo scheletro e dal groviglio inestricabile delle vene e dei capillari che avvolgo no le ossa come un reticolo fittissimo.
La leggenda vuole che questi corpi appartenessero a due servitori di colore del principe Raimondo. Il nobile sperimentò infatti su di loro un preparato speciale, un siero di sua invenzione che avrebbe dovuto pietrificare i due poveretti. Il risultato che ottenne fu di distruggere l’involucro esterno dei loro corpi; il sistema circolatorio venne letteralmente metallizzato. Si dice addirittura che il principe abbia compiuto questo esperimento mentre i due servitori erano ancora in vita, il che legittima l’opinione che il principe fosse una persona cinica e malvagia.
Non sappiamo se questa storia corrisponda al vero o se si tratti di un’altra leggenda. Di fatto però le macchine anatomiche, vere o false che siano, sono state realizzate con estrema accuratezza oltreché naturalmente con un evidente senso del macabro.
Un vecchio testo cita l’episodio suddetto ricordando che alla pietrificazione dei corpi assistette anche un medico palermitano, Giuseppe Salerno, che molto probabilmente partecipò all’esecuzione dell’esperimento.
Ad ogni modo, questo ed altri episodi – qui non c’è spazio per citarli tutti – hanno contribuito a far sorgere intorno alla figura del principe Raimondo una cortina di mistero. Un mistero tuttora vivo.
Si dice infatti che ancora oggi in certe notti lo spettro di Raimondo infesti i vicoli e la zona adiacente la Cappella e che egli sia imprigionato in una dimensione a metà tra il nostro mondo e l’aldilà.

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